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che ti chiedo perché

Da ogni storia nascono altre storie e mille domande che arricchiscono la vita

Le storie sanno parlare oltre alle parole che scrivono, devono lasciare al lettore la libertà di giocare con esse, di ampliarle, di farle crescere e lievitare tra le proprie mani, proprio come il pane!


La storia può essere costruita con elementi essenziali e parlare di cose semplici, come l’andare a letto o giocare a cucù sotto un fazzoletto, ma sa parlare al lettore. Sa conquistare il lettore stabilendo con lui una relazione, perché parla dell’esperienza quotidiana e dei suoi risvolti emotivi. Le domande che arricchiscono la vita quando il bambino è molto piccolo sono quelle che mettono in relazione la storia letta con le sue conoscenze e sono molto semplici come“dov’è? cos’è?”. Dai tre anni le domande possono permettere al bambino una risposta più complessa come “cosa sta succedendo?” “tu cosa avresti fatto?”.


Le storie che non sollecitano riflessioni sono quelle con il dito indice alzato, che vogliono insegnare qualcosa, spesso dicono cose scontate e banali in modo semplicistico. Non lasciano aperture, anzi chiudono l’immaginazione e l’interpretazione offrendone una e basta. Prestate attenzione ai vocaboli: l’autore usa un linguaggio “diminuito” o usa invece parole belle, grandi, alte? Queste ultime stimolano i bambini alla ricerca, alla domanda e alla deduzione del significato.


Le emozioni sono la nostra quotidianità, dunque parliamone, leggiamole e impariamo a guardarle anche attraverso i libri. Le storie che toccano temi ed emozioni, anche forti, di cui i bambini fanno esperienza, sono quelle che pongono domande necessarie alla loro comprensione.

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