20 Storie
Emilia Romagna

Nati per Leggere Emilia Romagna

“Il Vento dei Venti: il viaggio della farfalla”


Dopo un viaggio in notturna, Farfallina si accomoda tra un gruppo di persone, venute da ogni parte dell’Emilia Romagna proprio per raccontarsi quello che Nati per Leggere è stato e sperano possa essere e per condividere la gratitudine.


Non ci sono più differenze fra i piccoli e i grandi che ascoltano le storie” incalza Martina. “Mi emoziona immaginare che questa atmosfera avvolgerà ogni famiglia anche a casa, dove ci saranno storie da leggere, bambine e bambini desiderosi di ascoltare e adulti di leggere insieme”. Farfallina si volta a guardare gli sguardi delle altre persone, cercando di cogliere un battito di palpebre, un sospiro di riflessione. “Dopo una lettura, quando un bambino prende in prestito i libri per portarli a casa, oppure li sfoglia ancora in biblioteca per presentare i personaggi a chi è lì con lui, sono i momenti che racchiudono la gioia più grande per un volontario” commenta Pina.


“Mio figlio allora è sempre stata fonte inconsapevole di gioia! Quando dalla biblioteca portavamo a casa una sporta piena di libri, lui tappezzava il letto o faceva dei sentieri per le macchinine. Poi, guardando le copertine, sceglieva il libro da leggere” rassicura Isabel. “Grazie alle storie, Francesco ha imparato ad esteriorizzare le sue paure e i suoi sentimenti e inoltre a riconoscerli negli altri ‘mamma sei triste? Non ti preoccupare, ci penso io’- perché famiglia è rinforzarsi a vicenda”.



“È vero, famiglia è una avventura condivisa ogni giorno e ad ogni pagina” approfondisce Francesca. “ La nostra è particolare e variegata sia dal punto di vista anagrafico - infatti la linea del tempo va dagli 11 agli 81 anni! - sia per nazionalità e altri aspetti ma una cosa ci accomuna è la lettura, esperienza che si fa insieme. A volte leggiamo insieme le storie che poi ascolteranno le famiglie nateperleggere durante un incontro e speso si apre anche un momento-dibattito per commentare il nuovo libro. Ci sono libri che sono di famiglia, da tanto che le abbiamo ascoltati e riascoltati, sono amici che invitiamo per occasioni speciali o per nostalgia di "rivederli" dopo tanto”conclude. “Significa che il libro può essere un potentissimo strumento di relazione, abbatte barriere, oltrepassa confini. È un punto d’incontro, l’inizio di un legame” riflette Lisa di Lugo. “È anche per questo dobbiamo continuare ad affermare il Diritto alle Storie anche al di fuori del contesto bibliotecario, per raggiungere le famiglie che altrimenti, in biblioteca, non entrerebbero”. 


Farfallina si sposta un po’ e va ascoltare Niccolò, un papà che condivide il suo ricordo legato a questi anni da volontario NpL con Lucia, un’altra volontaria.


“Mi ricordo bene cosa mi ha spinto a diventare volontario: una maestra del nido di mia figlia maggiore. Ogni tanto mi ritagliavo un po' di tempo per andarla a prendere io, nel pomeriggio e vedevo questi bimbi incantati ad ascoltare le letture.Dopo poco mi sono imbattuto in un cartello che promuoveva un corso per diventare volontari. Così ho deciso di farlo. Per me e per le mie due bimbe. Sapevo già dei benefici della lettura e volevo trovare un'attività "nostra".


Quando si è genitori si cerca sempre di fare qualcosa che sia positivo, qualcosa che ti faccia dire "ok tranquillo, almeno questo sei sicuro di farlo bene", perché essere genitori è pieno di domande di cui non hai alcuna risposta. Ecco, Nati per Leggere doveva essere la mia "Barbabietola da zucchero", la risposta che alle elementari andava bene per ogni domanda. Ogni volta che leggo, mi arricchisco. Non importa quanto impegno io ci debba mettere, quanti incastri strani debba fare per poterlo fare o quanto in quel momento stia "spendendo" per poter leggere: dopo aver concluso ho avuto più di quel che ho dato. Sempre.


Leggere ai bambini mi ha aiutato a far pace con molte emozioni, perché coi bambini non menti e devi giocare a carte scoperte e devi leggere quello che ti senti, perché se leggi qualcosa e non è il momento giusto lo sentono.


Leggere ai bambini mi ha aiutato ad imparare ad ascoltare quando parlo, a fare attenzione agli altri. Viviamo in un momento in cui non ascoltiamo neppure quando stiamo in silenzio davanti agli altri, con i bambini devi ascoltare mentre parli, devi sentirli, devi seguirli, devi ascoltarli.


Leggere ai bambini mi ha fatto scoprire una letteratura ricchissima e intensa, dove si possono comunicare tante cose e i bambini sono pronti ad ascoltare, se sei sincero. 


Quando sei un po' stanco o quando magari non sei proprio in forma ti basta tirare fuori dalla borsa “A caccia dell'orso" per vedere i bambini accendersi e capire che quello che vogliono è che tu glielo legga. Sembra banale ma sentire in maniera così intensa qualcuno che vuole qualcosa da te è emotivamente incredibile.


Leggere mi ha fatto sentire importante, perché i bambini mi riconoscono e sentire un bimbo dire alla mamma "quello è il dado dei libri" è gratificante, perché arrivare al CMP e vedere le infermiere che ti sorridono perché sanno che le letture faranno finire qualche pianto ti fa sentire un essere mitologico, perché essere al bar in spiaggia e vedere una signora che ti guarda e poi ti dice: "Lei è il signore che legge al mare? Quando possiamo venirla a sentire?" fa piacere. Perché si può essere volontari anche gonfiando un po' il petto. 


Ma più di tutto Nati per Leggere mi ha permesso di avere un'attività “nostra”, con le mie bimbe. Mi ha permesso di scoprire con loro tanti colori, tanti suoni, tante emozioni e mi ha dato la possibilità di entrare con loro in un mondo che terremo tutti e tre per sempre nel cuore. Adesso sono più grandi, hanno sette e nove anni e la sera, anziché leggergli un paio di libri, li leggono loro a me. Ed è perfino più bello “.


A Lucia non resta che commentare: “immodestamente questa volta avanti tutta e auguri di buone storie a noi!”