Intervista a Domenico Cappellucci, pediatra dell’Abruzzo che ha vinto il Premio NpL!

Intervista a Domenico Cappellucci, pediatra dell’Abruzzo che ha vinto il Premio NpL!

Abbiamo intervistato Domenico Cappellucci, il pediatra dell’Abruzzo che quest’anno ha vinto la Sezione Pasquale Causa del Premio Nazionale Nati per Leggere, per “la comprovata esperienza, per l’attenzione e la dedizione al lavoro, per il capillare impegno rivolto in egual modo alle famiglie, ai consultori, ai carceri e agli ospedali, per l’importanza data alla formazione e all’aggiornamento professionale”.

Tanti complimenti ancora!

Come hai incontrato NpL?

Ho conosciuto NpL 20 anni fa ad Assisi in occasione del Congresso in cui fu avviato. Dopo l’iniziale presentazione, ricordo che con un gruppo di pediatri incontrammo Nadia Guardiano, bibliotecaria di Pescara, ora referente regionale NpL per AIB, e decisi di collaborare con lei per promuovere il progetto in Abruzzo.

Da quanto tempo lo promuovi?

Abbiamo iniziato la promozione nel 2002.  Ci fu uno storico incontro presso la biblioteca aperto alla cittadinanza con Rita Valentino Merletti. Da allora abbiamo iniziato ad avere adesioni e organizzare la Rete.

Ci puoi raccontare brevemente il tuo territorio?

Iniziammo con la città di Pescara dove il primo gruppo di volontari “Leggiamo una storia”  si rese operativo presso i reparti pediatrici dell’Ospedale Civile di Pescara (pediatria, chirurgia pediatrica e oncologia pediatrica) incontri settimanali di lettura per oltre 10 anni e nella Biblioteca F. Di Giampaolo con incontri mensili programmati “Leggimi leggimè”. Contemporaneamente NpL era stato avviato ad Ortona (CH) e negli anni successivi in tutte le province abruzzesi man mano sono nati tanti Presidi NpL in comuni grandi e piccoli: nidi, biblioteche, scuole infanzia, da Chieti a Vasto, San Salvo, passando da Lanciano, in cui a breve si avvierà un percorso di sensibilizzazione per i padri-detenuti nel carcere, come già realizzato anni fa nel carcere di Pescara; librerie, nidi e scuole infanzia ad Avezzano nella provincia de L’Aquila; l’impegno e la solidarietà che con la Rete NpL è arrivata da tutta Italia per le famiglie e i bambini colpiti dal terremoto del 2009; e ancora nel Teramano, dove il progetto grazie a tanti Operatori e Volontari cresce e si fa forte dalla costa all’entroterra, con una recente apertura anche presso il reparto di pediatria dell’Ospedale Civile di Teramo, per una ferma convinzione del primario, sono stati acquistati libri e sono state avviate letture settimanali per il reparto. Nel Pescarese sono aumentati i presidi NpL e di recente si è ampliato il gruppo dei volontari che a Pescara e Montesilvano sono presenti con appuntamenti di lettura anche nei quartieri più difficili. 

 

Come NpL ha arricchito la tua professione e il rapporto con le famiglie e i bambini?

Dovendo svolgere attività di formatore ho dovuto documentarmi. Le pubblicazioni scientifiche, i confronti e le iniziative hanno contributo ad arricchire le mie capacità operative. La verità è che tutto questo mi ha portato a percepire i bambini, soprattutto i neonati, in maniera completamente diversa, e cioè mostrare ai genitori e amplificare le capacità psicomotorie del neonato quando inizia con l’aggancio visivo. Percepisco la loro meraviglia nel vedere le reazioni emotive del neonato, di fronte agli stimoli che io propongo, espandendo la loro mimica e le turnazioni. Induco loro a fare altrettanto, e poi a sei mesi introduco il libro per motivarli a fare di più. Di recente ho creato delle schede, condivise con i colleghi, che consegno a vari bilanci di salute con indicazioni sulla psicomotricità ed editoria specifica per l’età. I genitori gradiscono le indicazioni sia verbali che scritte e tutto questo ha comportato un miglioramento dei rapporti e della percezione degli indicatori di salute.

Cosa raccontano le famiglie quando gli parli di lettura e salute?

Dopo aver evidenziato le capacità esplorative del bambino con il libro, mostro al genitore cosa può fare, o rinforzo il messaggio quando una mamma non è propensa a farlo. Spiego loro la funzionalità, la plasticità e le potenzialità del cervello del bambino. La convinzione generale è che l’apprendimento sia un processo che si acquisisce nel tempo. La neotenia è una caratteristica del cucciolo d’uomo che viene svezzato più lentamente e quindi si è portati a pensare che le acquisizioni psico-intellettive si acquisiscano tardivamente. Per questo motivo inizio a prospettare la lettura già verso ii 2°-3°mese di vita.  In genere i genitori restano abbastanza meravigliati di apprendere che tutto il processo di potenziamento cognitivo si gioca nei primi anni di vita, ma soprattutto dal fatto che il mio interesse per lo sviluppo dei loro bambini, è sostanzialmente diverso dalla routine.

Hai un angolo lettura nel tuo ambulatorio?

Ho una piccola biblioteca nel mio studio. Lascio che i bambini rovistino tra i libri, e io cerco di consigliare quelli più adeguati per l’età per evitare un book-give-away. I libri poi vengono usati dai volontari che mensilmente svolgono in sala d’attesa, al di fuori degli orari di ambulatorio, letture condivise. Abbiamo creato un gruppo Whatsapp genitori dove mettiamo la locandina e i genitori possono prenotare la presenza dei loro bambini.

Cosa significa questo premio per te?

Sinceramente non mi aspettavo questo riconoscimento. Ho sempre pensato che ci fossero colleghi molto più meritevoli e, avevo persino dimenticato tutto quello che ho fatto in questi anni. Il premio ha un significato emotivamente forte, soprattutto perché arriva negli ultimi anni della mia attività professionale, come dire: “hai fatto qualcosa di veramente utile”. Andrò avanti e di sicuro la mia vita da pensionato sarà ancora fortemente “Nati per Leggere”!