Lancio a Ginevra del documento OMS UNICEF “Nurturing care for early childhood development”
“Se cambiamo l’inizio della storia, cambiamo tutta la storia”. Così esordisce il documento “Le cure per lo sviluppo infantile precoce”, frutto del lavoro, coordinato dal Dipartimento per le cure a donne e bambini dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di un gruppo internazionale di esperti e di una vasta consultazione con governi, centri di ricerca e organizzazioni internazionali.
Nel documento, basandosi sui più recenti risultati della ricerca nei campi delle neuroscienze, della psicologia dello sviluppo e dell’economia, si chiamano i governi, la società civile, il settore privato e i diversi servizi pubblici, da quello educativo a quello sanitario e delle politiche sociali, a lavorare assieme per assicurare “a tutti i bambini e le bambine la migliore partenza possibile nella vita”. Investire nell’infanzia infatti ”costituisce uno dei migliori investimenti che un paese può fare per promuovere una prosperità condivisa, creare il capitale umano, far crescere l’economia e combattere la povertà e le diseguaglianze”.
Il documento riporta studi che dimostrano che gli investimenti nei servizi per l’infanzia e finalizzati a sostenere i genitori nel loro ruolo assicurano un ritorno economico di almeno 10 volte nel giro di pochi anni. Questo perché ei primi due tre anni di vita vengono costruite le fondamenta neurobiologiche delle competenze cognitive emotive e sociali del bambino, con implicazioni che durano per tutto il corso della vita. Per questo motivo, gli investimenti nei servizi per l’infanzia e quelli finalizzati a sostenere i genitori nel loro ruolo assicurano un ritorno economico di almeno 10 volte nel giro di una decina di anni.
Vengono quindi elencate le politiche che possono aiutare le famiglie, soprattutto quelle che si trovano in condizioni di svantaggio economico, culturale e sociale, a “nutrire le menti” dei loro bambini, formulando precise raccomandazioni a tutti i settori della società: ai Governi, ai Parlamenti, agli amministratori, per coordinare gli sforzi e garantire risorse adeguate; alla società civile per impegnarsi nelle rispettive comunità a supporto delle famiglie più svantaggiate; ai centri accademici e di ricerca per definire gli interventi più efficaci e integrare queste conoscenze nella formazione di tutti gli operatori che lavorano con bambini e genitori; al settore privato per contribuire agli investimenti in questa direzione e garantire il diritto dei propri dipendenti al congedo di maternità e paternità.
Tra i componenti del gruppo di esperti che ha steso il documento vi è il pediatra italiano Giorgio Tamburlini, da molti anni impegnato sul piano nazionale e internazionale in progetti di intervento precoce a sostegno dello sviluppo del bambino e delle famiglie, attraverso programmi condotti da organizzazioni internazionali e, in Italia, dal Centro per la Salute del Bambino onlus, tra i quali i ben noti Nati per Leggere e Nati per la Musica, ispirati ai principi elencati nel documento lanciato a Ginevra
“La consapevolezza dell’importanza di investire nei primi anni, sia in servizi educativi che in politiche e interventi di diretto sostegno alle famiglie, è molto aumentata in questi ultimi anni anche in Italia” afferma Tamburlini “Ne sono testimonianza il Piano Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, approvato nel 2016; gli interventi a sostegno delle famiglie povere con bambini introdotti nelle ultime leggi finanziarie; gli sforzi di molte amministrazioni regionali e comunali; il Bando per il contrasto alla povertà educativa, che ha consentito alle Fondazioni bancarie, sulla base di un meccanismo di defiscalizzazione inserito nella finanziaria 2015, di creare un fondo capace, con il coordinamento della Fondazione “Con i Bambini”, di sostenere decine di progetti”.